Trasformazione di una stalla di montagna in una residenza secondaria, Valle Maggia
La Lavizzara, che compone la parte superiore della Valle Maggia, è una valle alpina caratterizzata da imponenti vette con pareti rocciose che scendono ripide verso le gole del fondovalle. In passato le principali attività lavorative della valle erano legate alla coltivazione e alla pastorizia che in estate si praticava sugli alpeggi situati oltre i 1500 metri di altezza.
Erano tempi di vita dura, connotata dalle fatiche del lavoro rurale, e da un profondo adattamento alla montagna. I villaggi, situati sul fondovalle o su terrazzi intermedi, erano caratterizzati da piccoli gruppi di abitazioni e stalle invernali. Questi nuclei, solitamente posti ai margini dei terreni coltivati, erano quindi immersi in un paesaggio composto da prati sfalciati, muretti in pietra, sentieri, e boschi.
Questo progetto ha riguardato la trasformazione in residenza secondaria di una tipica stalla della Lavizzara. Queste stalle tradizionali al pianterreno ospitavano capre e mucche, e delle mangiatoie, e ai piani superiori contenevano il fieno immagazzinato per nutrire gli animali durante l’inverno.
Questi edifici erano realizzati con materiale trovato e preparato sul posto utilizzando quasi esclusivamente tronchi d’albero e pietre grezze. Sin dal principio l’approccio di questo progetto di trasformazione è stato improntato da un desiderio di mantenimento, di recupero, e di riutilizzo, nel rispetto dei materiali e delle tecniche costruttive dell’edilizia rurale tradizionale.
Le facciate in pietra a Nord ed Ovest dell’edificio presentavano due aperture, chiuse nel corso degli anni, che sono state riportate al loro stato originale per ridare aria e luce all’edificio. Per la realizzazione delle protezioni solari di queste aperture e per realizzare le scale interne sono state riutilizzate le assi di legno recuperate dai pavimenti del fienile.
Le nuove travi del pavimento interno sono invece state realizzate in castagno locale, e la carpenteria in legno originale del tetto è stata mantenuta e trasformata. Sopra di essa è stata posata una copertura in piode di pietra locale. Infine, le assi della mangiatoia, con i fori di fissaggio per le catene degli animali, sono state riutilizzate per creare un nuovo tavolo da pranzo collocato nel medesimo locale come segno dei tempi passati.
L'ambiente ricavato all'interno è caratterizzato da un unico grande spazio aperto, con diversi locali collegati tra loro da tre scale a ventaglio. Al pianterreno, a contatto con l'esterno, si trova la cucina, in uno spazio dal carattere nuovo, con al centro il tavolo da pranzo davanti agli unici due locali chiusi contenenti il bagno e il locale tecnico.
Salendo al primo piano si arriva nell'angolo del camino che si apre su uno spazio a doppia altezza. La vista va subito a scrutare la maestosità del tetto e i giochi di luce che esaltano la facciata e i timpani tradizionali.
L'arredamento divide lo spazio in due con il salotto a valle e una zona flessibile a monte attrezzata con un grande letto ribaltabile. Da lí due scale contrapposte danno accesso alle nicchie di riposo sui soppalchi e a meravigliosi scorci su un paesaggio senza tempo.
Progetto e direzione esecutiva: M. Colombo, M. Leidi, 2022-2023.
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