Trasformazione di un insediamento rurale in Capriasca
Situata nelle Prealpi svizzere, la regione di Gola di Lago è immersa in un tipico paesaggio di origine glaciale composto da dossi erbosi, boschi e pietraie. Questa regione, un tempo dedicata all'allevamento e alla pastorizia, è oggi utilizzata principalmente per la residenza secondaria e per il tempo libero. L'insediamento dei Monti del Nocco consiste in una grande residenza principale, una dipendenza, e due edifici accessori. L'obiettivo della ristrutturazione era quello di ridare vita agli edifici che, messi alla prova dal tempo, erano in uno stato piuttosto decadente. Inoltre, i clienti volevano trasformare gli spazi interni aggiungendo alcuni comfort, e desideravano renderli vivibili anche in inverno. Prima dei lavori, gli spazi interni erano caratterizzati da una moltitudine di stanze anguste con piccole aperture e dalla mancanza di un locale interno ampio e conviviale. Le esigenze fondamentali erano quindi quelle di passare dalla chiusura, dal buio, dal freddo, e dall'umidità, al calore, alla luce e all'apertura. L'intervento ha comportato una profonda ristrutturazione sia interna che esterna, compresa la sistemazione degli spazi circostanti. I lavori hanno comportato la creazione di nuove aperture, l'eliminazione delle soffitte e la riconfigurazione della suddivisione interna. Tetti, pavimenti, finestre, porte, gelosie, cucine, bagni e infissi sono stati completamente rinnovati, e una vecchia facciata in pietra che era stata ricoperta da intonaco è stata recuperata.
Alcune escursioni fatte ad inizio progetto hanno permesso da un lato di apprezzare il contesto in cui erano immerse le case, e dall'altro hanno dato vita ad una riflessione sul sentiero stesso come elemento di forte connessione tra gli edifici e il loro paesaggio. La maggior parte di questi insediamenti è infatti raggiungibile solo attraverso una rete di sentieri che li collega nello spazio, e in un certo senso li lega al territorio anche attraverso il tempo. Gli stessi sentieri che in passato erano quelli dell'agricoltura, dei pastori, e delle capre, oggi sono utilizzati non solo dagli abitanti degli edifici ma anche da numerosi amanti dell’escursionismo, l'attività sportiva più popolare della Svizzera. Anche i Monti del Nocco sono raggiungibili unicamente a piedi e l'edificio principale è servito da tre sentieri principali. Da questa riflessione è nata l'idea di coniugare le esigenze architettoniche fondamentali di luce e apertura verso l'esterno con i tre sentieri di accesso. Tre grandi aperture, una a Nord, verso il bosco e la strada, una a Sud, verso la terrazza, la valle e il lago, e una ad Est, verso la fontana, i prati e gli altri edifici dell'insediamento, avrebbero permesso di porre gli spazi abitativi della casa in relazione al loro contesto sia vicino che lontano.
Le grandi aperture dell'edificio avrebbero così permesso alle persone in arrivo di sentirsi accolti ed attratti intravedendo la vita all'interno della casa, nella direzione opposta avrebbero permesso agli abitanti di relazionarsi dall'interno con il paesaggio e la natura circostanti.
Parallelamente sono state sviluppate altre riflessioni per la riconfigurazione degli spazi a partire dal bisogno di convivialità e di apertura interna. Originariamente l'edificio era costituito da un unico corpo diviso in 7 piccole stanze. La successiva aggiunta di 2 corpi a Nord e ad Ovest ha poi portato il numero delle piccole stanze addirittura a 15. Da questa situazione è nata l’idea di ridare centralità al corpo originario, trasformandolo in un unico spazio aperto per aumentare così la vivibilità generale dell'edificio. Questo grande spazio, accessibile dall'ingresso principale che conduce alla cucina e alla sala da pranzo, si sviluppa in verticale attraverso due soppalchi posti ad altezze diverse per culminare in un grande pozzo-luce nel tetto. La scala a doppia rampa e il suo parapetto saldano e organizzano in modo leggero ed equilibrato le diverse funzioni di questi spazi. Infine, al piano terra questo grande locale verticale è collegato ad un altro spazio abitativo orizzontale che si relaziona con l'esterno attraverso le due grandi aperture a Nord e a Sud.
Per la trasformazione della dipendenza, data la sua dimensione ridotta di 5x6 m, il tema, oltre a quello del rifugio nella natura, era inevitabilmente quello dell'abitazione essenziale. Il compito era quello di concepire uno spazio abitativo minimo che fosse allo stesso tempo aperto e capace di contenere in modo distinto ed equilibrato tutte le funzioni fondamentali dell'abitare: riposare, cucinare, riscaldare, lavare, e lavorare. Un accurato esercizio di combinazione e dimensionamento degli elementi architettonici ha portato il sottoscala ad ospitare una libreria, un ripostiglio, un bagno e una doccia, la zona notte ad essere posta su un soppalco semiaperto dotato di letti riconfigurabili, e il tavolo da pranzo ad ospitare il piano cottura al suo centro, diventando così un elemento centrale della casa. Un luogo conviviale dove cucinare e mangiare assieme ai propri ospiti intorno ad una mensa fumante. Infine, l'uso di pochi materiali naturali ha conferito all'insediamento un'interessante unità e allo stesso tempo gli edifici hanno mantenuto un'equilibrata differenziazione grazie alla diversità dei materiali delle loro facciate principali: legno, intonaco e pietra.
Progetto e direzione esecutiva: M. Leidi, 2017-2020.
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